ALVISE
SPADARO

CARAVAGGIO IN SICILIA

1608 il percorso smarrito 1609

Luoghi

Siracusa

   La più antica testimonianza del soggiorno siciliano di Caravaggio (1617) è invece quella di Vincenzo Mirabella, relativa ad una visita alle antichità siracusane compiuta assieme, che verosimilmente deve aver preceduto l’esecuzione del Seppellimento di santa Lucia, prima commissione siciliana a destinazione francescana per Caravaggio.

   L’episodio si riferisce in particolare ad una celebre latomia siracusana che Caravaggio, udito il racconto dell’uso che anticamente ne venne fatto, la definirà Orecchio di Dionisio, ossia nel modo in cui a partire da quell’episodio è ormai notoriamente conosciuta.

   L’episodio è anche indirettamente un’interessante chiave di lettura del quadro siracusano perché ci permette di dedurre verosimilmente che Vincenzo Mirabella, architetto, musicologo e studioso di antichità, deve aver condotto Caravaggio ad una visita della città e del circondario e quindi che abbia informato il pittore delle notizie di sua conoscenza che riguardavano i luoghi e i monumenti oggetto della loro ammirazione. Notizie di sua conoscenza pubblicate successivamente a Napoli dove riporterà appunto l’episodio relativo all’Orecchio di Dionisio.

   L’osservazione dell’ambiente nel quale ha luogo il Seppellimento di santa Lucia infatti non ci riporta solo alla visone di una latomia, ma la sua lettura include anche catacomba, teatro, cattedrale ed elementi caratteristici della cultura siciliana.

 

   Quanto meno per la destinazione, sembrerebbe fuori di dubbio che la commissione dell’opera si debba a fra’ Bonaventura Secusio, in considerazione della qualità e dell’autorità del personaggio oltre al fatto che Caltagirone in quell’epoca faceva parte della diocesi di Siracusa. Nel 1724 però, il messinese Francesco Susinno ne avrebbe attribuito il merito al pittore siracusano Mario Minniti.