ALVISE
SPADARO

CARAVAGGIO IN SICILIA

1608 il percorso smarrito 1609

Caravaggio in Sicilia – Il percorso smarrito

È la sintesi dei risultati di una lunga ricerca sul soggiorno siciliano di Caravaggio pubblicati principalmente nel volume Caravaggio in Sicilia – Il percorso smarrito [nuova edizione aggiornata] Acireale-Roma 2012 (€ 23,00).
Periodo mai sufficientemente approfondito, nel quale invece opere spesso frettolosamente e banalmente descritte sulle basi di evidenze figurative hanno condotto a fraintendimenti ed a contraddizioni. Eppure le opere siciliane svelano la condizione creativa ideale nella quale si è trovato il pittore, ossia quella di non subire suo malgrado condizionamenti determinanti da parte della committenza. Un periodo cioè dove ha potuto esprimere tutto il valore del suo genio in un’assoluta libertà creativa che gli ha consentito di produrre tangibili testimonianze della sua cultura e della sua arte.

Queste condizioni ideali hanno quindi favorito l’altissima qualità delle sue opere, che venivano a confrontarsi in Sicilia con un contesto artistico culturale legato ancora alla cosiddetta “Maniera” e quindi arretrata di quasi un secolo rispetto al resto d’Italia e all’Europa dove la pittura di Caravaggio era già considerata, più che innovativa proprio rivoluzionaria.

È importante infatti la lettura dei profondi significati simbolici, già rilevati nelle precedenti opere, e presenti anche in quelle siciliane insieme ad altrettanti inequivocabili riferimenti alla cultura dell’Isola. Caravaggio, condannato per omicidio alla decapitazione, durante il suo soggiorno siciliano era in attesa del perdono da parte del papa e le sue opere, più o meno esplicitamente, alludono alla morte, ma anche ad una resurrezione o “rinascita”.
Anche il soggiorno siciliano, pur avendo avuto la durata di quasi un anno, è stato sempre sminuito a poco più che una citazione.

Questo libro è il risultato di ricerche d’archivio e studi durati alcuni anni, con il ritrovamento di documenti inediti che si sono rivelati essenziali per ricostruire questo ultimo periodo della vita di Caravaggio. Ricostruiti i luoghi e l’ambiente culturale nel quale il pittore ha vissuto e operato. Ricostruito il percorso nell’Isola, scoprendo, tra l’altro, un determinante soggiorno a Caltagirone dove Caravaggio sarebbe entrato in relazione con la maggiore autorità ecclesiastica siciliana.

Questo personaggio, fra’ Bonaventura Secusio, arcivescovo di Messina, grande diplomatico e consigliere del re Filippo II di Spagna, gli avrebbe garantito, durante il soggiorno siciliano le principali committenze, assieme alla protezione ed alla serenità necessarie per poter eseguire le sue opere.
Fra’ Bonaventura Secusio era stato Ministro Generale dei Miniori Osservanti francescani e a destinazione francescana sono le principali commissioni ricevute da Caravaggio durante il suo soggiorno siciliano.

I risultati della ricerca inoltre hanno potuto mettere in luce la figura di Giovanni Battista Lazzari, committente messinese di Caravaggio, citato semplicemente fin ora come “ricco mercante di origine genovese”. I documenti ritrovati ci descrivono invece l’arrivo a Messina di questo aristocratico proveniente da Castelnuovo di Scrivia con la sua famiglia, l’iscrizione alla Mastra Nobile, il ruolo e l’attività svolta nella città dello Stretto. Le coincidenze cronologiche ci hanno permesso di capire finalmente perché Caravaggio, pur avendo ricevuto dal Lazzari la commissione di una pala d’altare raffigurante La Madonna con san Giovanni Battista ed altri santi consegnerà invece una Resurrezione di Lazzaro.

Nel libro è anche pubblicata La Natività con i santi Lorenzo e Francesco, copia della pala d’altare dipinta da Caravaggio e rubata a Palermo dalla mafia nel 1969. Dipinta dal pittore siciliano Paolo Geraci solo pochi anni dopo l’esecuzione dell’originale la tela di cui ne riproduce anche le dimensioni, nota soltanto per una citazione, era ritenuta dagli studiosi irrimediabilmente perduta.

Nel 1984, pur essendo di proprietà del Comune di Catania, è stata ritrovata e riconosciuta nella stanza del Prefetto, dall’autore del libro che, attraverso i documenti, ne ricostruisce anche il percorso che l’ha condotta nella città etnea.
È documentato quindi il lungo iter epistolario che ha condotto alla restituzione del quadro ai Catanesi che ne sono i legittimi proprietari e custodiscono così l’unica testimonianza palermitana, fin ora conosciuta, del soggiorno di Caravaggio nella capoluogo siciliano.

 

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